L’EDITTO DI SAINT CLOUD

Com’è noto, la tradizione individua nel “Décret impérial sur les sépultures” - meglio conosciuto come “Editto di Saint Cloud” - del 1804 il primo provvedimento atto a regolamentare la pratica delle sepolture, sancendo la nascita dei moderni cimiteri.

Nel Regno d’Italia entra in vigore sotto il nome di “Editto della Polizia Medica”, promulgato sempre a Saint Cloud, il 5 settembre 1806.

Seguendo una tradizione che ha origini medioevali, per i cattolici la massima aspirazione, una volta morti, era quella di riposare all’interno delle chiese, e i luoghi più ricercati erano proprio quelli adiacenti alle reliquie o comunque agli altari dove si celebrava messa.

Questi spazi, ovviamente, erano appannaggio dei più ricchi e potenti.
E così a Roma anche la morte era collegata allo status sociale del defunto. E girando per le tante chiese di Roma è ancora possibile vedere, e in tanti casi anche ammirare, vari tipi di tombe: lastre tombali poste sul pavimento o sulle pareti, veri e propri monumenti funerari, alcuni sistemati in cappelle di famiglie nobili, antichi sarcofagi (etc)... Ai poveri veniva riservato un altro trattamento: i loro cadaveri erano relegati sotto il chiostro in larghe e profonde fosse comuni senza bara, semplicemente cuciti nei loro sudari. E quando queste fosse erano troppo piene, venivano chiuse e gli scheletri spostati  nelle gallerie dei chiostri, nei solai della chiesa, o sotto i fianchi delle volte e anche contro muri e pilastri.

La sistemazione dei cadaveri diventa un vero e proprio problema da risolvere già nella prima metà del Settecento, arrivando ad animare un dibattito di tipo sanitario che dalla Francia arriverà in Italia; dibattito che troverà attuazione nella promulgazione di leggi che spesso  verranno disattese. Tuttavia è da evidenziare nel 1762 l’incarico che Ferdinando IV di Borbone attribuisce all’architetto Ferdinando Fuga per la costruzione del Cimitero di Santa Maria del Popolo a Napoli, meglio conosciuto come Cimitero delle 366 fosse.

Già nel XIX secolo l'idea che le sepolture in chiesa fossero pericolose per l'igiene pubblica era divenuta di dominio comune. Infatti alla luce delle nuove conoscenze mediche e igieniche, in vari Paesi, si era da tempo provveduto alla creazione di cimiteri lontani dalle città, in cui solitamente si usava seppellire a sterro (ossia in terra), metodo di sepoltura ritenuto più salubre e sicuro.
Nel 1809 i francesi occupano Roma, che viene così annessa all'impero francese. Immediatamente, con decreto imperiale il 17 maggio 1809,a Roma è istituita da Napoleone una Consulta straordinaria per gli Stati romani che operò dal 1° giugno 1809 al 31 dicembre 1810, data dell'ultima seduta.
Fu un governo provvisorio incaricato di prendere possesso in nome dell'imperatore dei territori già pontifici e di provvedere alla loro riorganizzazione. Va detto che in generale l'attività della Consulta straordinaria per gli Stati romani è stata particolarmente efficace, con numerosi decreti emanati, nell' introdurre parecchie riforme amministrative, giuridiche e sociali di Roma e dello Stato pontificio.

Il problema di dove seppellire i morti era già stato affrontato nel territorio francese. E di conseguenza l’editto di Saint Cloud (1804) - che imponeva che le tumulazioni avvenissero fuori dal centro abitato e (soprattutto) che le lapidi dei “cittadini” fossero tutteidentiche - era stato esteso all’Italia, allora sotto il dominio napoleonico: un provvedimento che aveva dato avvio ad accesi dibattiti tra gli intellettuali del tempo, come Ugo Foscolo che nel 1806 scrisseI sepolcri, un carme ispirato proprio a questa questione.
In applicazione dell'editto di Saint-Cloud si prevedeva il divieto in tutti gli stati francesi dell’inumazione nelle chiese e nei centri urbani e anche nei territori ex-pontifici si sarebbe dovuta avviare una riforma nel settore dei cimiteri.
Così nel 1809, la Consulta straordinaria pone tra i lavori più urgenti da intraprendere quelli relativi alla costruzione di cimiteri fuori le mura della città, allo scopo di tutelare la popolazione, che ormai si aggirava intorno alle 134.000 unità, dai pericoli derivanti dal dilagare di eventuali epidemie

 

Con decreto del 19 luglio 1809, la Consulta proibisce le  sepolture  all’interno delle chiese, perchè estremamente nocive per la salute degli abitanti.  Infine ordina che per l’avvenire le tumulazioni venissero realizzate in «cimiterj situati fuori il recinto della città di Roma».

Lo stesso  decreto affidava a due famosi architetti Giuseppe Camporese e Raffaele Stern l’incarico di presentare, di concerto col medico dottor Domenico Morichini, un rapporto indicando i terreni  più adattati a formare dei cimiteri fuori delle mura della città di Roma con stima dei costi relativi.

A fare da guida ai tecnici nello sviluppo dei piani di ricostruzione, è un trattato del 1786 che fissava le linee alle quali attenersi per la costruzione dei cimiteri. Appare utile citare di seguito i capitoli 5V e VI col mero scopo di lasciar intuire la dovizia di particolari posta in essere dagli Autori delle Istruzioni stesse:

 

Capitolo V
“Istruzioni per la costruzione de’ campi Santi”

In tre maniere si costruiscono in Europa i cimiteri, di cui si parla. La prima consiste nell’ordinare sepolture pratticate nelle chiese; la seconda è quella de’ campi Santi fuori della città, [...]; la terza maniera comprende quelli nei quali i morti si sepelliscono qualche piede sotto terra all’aria aperta costudendosi l’intero terreno addetto a questo uso, con un muro sottilissimo che lo circonda. Esaminando la prima maniera ritrovo, che non s’abbia in alcun modo ad ammettere, giacché si rendono le chiese non proprie di quel che si convenga, e si produce infezione nell’aere delle città, e de’ Paesi. La seconda maniera non deve neppur praticarsi nelle presenti circostanze. [...] La terza maniera è costantemente la più semplice e la meno dispendiosa, la più atta ad infugire le cagioni, onde può nascere l’infezione dell’aere, e la più decente e consentanea alla religione cattolica. [...]
Per mettersi tal maniera di cimiteri in opera, si danno all’ingegneri, nommeno che ai vescovi, ed ai parochi le seguenti istruzioni, i quali dovranno dai pulpiti predicarli e farli presenti a quel publico, affinché si tolga il populare pregiudizio di aver la sepoltura nelle chiese.

Capitolo VI
“Istruzioni per cautelare i sepolcri della peste”

[...] 7° - Si deve costruire prontamente un campo Santo fuori dell’abitato, con proibirsi espressamente il seppellire i cadaveri nelle chiese dentro la città, e ciò non solo per il fine di abolire le sepolture nei luoghi abitati per i danni che queste apportano, ma anche per impedire, che si apra qualche sepoltura, in cui possa esservi il cadavere del tempo della peste. Non tralasciando di inculcare ai deputati della salute, ed all’ingegneri di osservare le più scrupolose, ed esatte diligenze, e cautele nell’esecuzione delle suddette operazioni.

Art. 2 della Legge
“Istruzioni per cautelare i sepolcri della peste”

La costruzione de’ camposanti sarà cominciata nel corrente anno, e dovrà trovarsi ultimata in tutto il regno per la fine del mille ottocentoventi. La spesa di quest’opera è a carico de’ comuni rispettivi. Gl’Intendenti potranno eccitare i ricchi proprietarj, i prelati, il clero e le congregazioni a concorrere con oblazioni volontarie ad accelerare il compimento di un’opera tanto interessante la salute pubblica.

Artt. 1-2 del Regolamento
dato dal Ministro degli Affari Interni per la esecuzione della legge degli 11 Marzo 1817 intorno alla costruzione, ed alla polizia de’ Camposanti

1. Il seppellimento de’ cadaveri umani ne’ Camposanti [...] dovrà essere fatto per inumazione, ossia interrimento, non già per tumulazione, ossia dentro sepolture. [...] 2. La figura del Camposanto sarà un quadrato, o un parallelogrammo, o almeno la più approssimante a tali figure. Avrà una sola porta d’ingresso chiusa da un forte rastello di ferro, o di legno, così stretto, che gli animali non possano penetrare a traverso esso. [...] Vi sarà costruita una Cappella per esercitarvi gli uffizj religiosi. Accanto alla porta del Camposanto potrà costruirsi ancora una casetta pel sepellitore, qualora le circostanze locali ne facciano sentire la necessità. de’ camposanti sarà cominciata nel corrente anno, e dovrà trovarsi ultimata in tutto il regno per la fine del mille ottocentoventi. La spesa di quest’opera è a carico de’ comuni rispettivi. Gl’Intendenti potranno eccitare i ricchi proprietarj, i prelati, il clero e le congregazioni a concorrere con oblazioni volontarie ad accelerare il compimento di un’opera tanto interessante la salute pubblica.

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