Nel suo piccolo, anche l’impresa Furioli, dotò i propri dipendenti di qualsiasi ritrovato tecnologico ed impiantistico all’epoca disponibile: canalizzazione, raccolta, decantazione e riciclo delle acque reflue, serbatoi idrici di emergenza, due impianti di aria compressa ad atmosfere diverse, servizi igienici per il personale. Tutto questo non deve apparire così scontato agli occhi di chi legge, norme come la 626, riferite alla sicurezza dei luoghi di lavoro, sono relativamente recenti ed in un ottica artigiana, degli anni cinquanta o sessanta, spostare l’attenzione dalla produttività, per focalizzarla sulla salubrità dei luoghi, sarebbe stata considerata quasi un’eresia.